mercoledì 26 marzo 2008

MI FA ORRORE!


(da TgCom)

Di Pietro:"Inaccettabili i veti Pd"
Sulla sua eventuale nomina a Giustizia

"Se la coalizione di cui faccio parte vincerà le elezioni dovrà affrontare immediatamente un problema: "Quale ministero assegnare ad Antonio Di Pietro?", scrive l'ex pm sul suo blog. "I veti che arrivano da esponenti del centrosinistra, un giorno sì e l'altro pure, non sono comprensibili e neppure accettabili". Che cosa devo fare - si chide il leader di IdV - per avere la possibilità di diventare ministro della Giustizia?".
"Il partito di Berlusconi - scrive Di Pietro - non vuole che diventi ministro della Giustizia. Da parte del capo del Popolo delle Libertà è assolutamente comprensibile. Il mio obiettivo è infatti di cancellare subito le leggi ad personam e di far funzionare la macchina della Giustizia per ripristinare in questo Paese la certezza della pena e l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge". "Gli ultimi due ministri sono stati Castelli e Mastella. Hanno ridotto la giustizia in macerie, nessuno dei due aveva la minima competenza in materia. Nessuno, però - conclude Di Pietro - si è opposto a priori, come sta avvenendo ora per una mia eventuale candidatura. Mani Pulite brucia ancora a gran parte della classe politica, forse hanno il timore che voglia finire il lavoro".

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Che dire, modestino il ragazzo ! Cristo s'è fermato a eboli però poi ha fatto un centinaio di kilometri e s'è rincarnato in don tonino da montenero. Menomale e c'è lui, l'omo dè'miraoli !
Ave Gens, digerito l'agnello ?

Anonimo ha detto...

Questo è proprio fuori come un balcone ma chi crede di essere Catone? robe da matti.
Povera Italia e questi erano e/o sono i nostri magistrati

Anonimo ha detto...

"..che voglia finire il lavoro.."

il lavoro l'ha iniziato da magistrato e lo vuole finire da ministro? no anto' no...

LoSva

Anonimo ha detto...

Speriamo lo finisca da ESILIATO!

Il 13 e 14 aprile vota PNF!

Anonimo ha detto...

che fai MFL...cachidubbi pure tu ora?

SANTANCHE' FOREVER

Anonimo ha detto...

chi è il candidato premier del PNF ???? quasi quasi.. :P


LoSva

Anonimo ha detto...

Losva e Lova:
MAGARI CI FOSSE, IL PNF!!!

Anonimo ha detto...

Tante liste sulla scheda. Ma più che il seggio l'obiettivo è il rimborso
Diciotto liste presentate alla Camera e 17 al Senato. Simboli e nomi mai visti prima, come la «No Euro - Lista del Grillo» (guidata furbescamente da un omonimo del famoso comico genovese). Se gli sbarramenti del 4 e 8% sono oggettivamente ostacoli insuperabili per le piccole formazioni, tanto da apparire un miraggio anche per forze radicate come i socialisti di Boselli, chi glielo fa fare di spenderci dei soldi e di raccogliere le firme? La risposta è semplice. Più della vanità personale contano i soldi. Perché basta raggiungere l'1% a livello nazionale per accedere ai rimborsi elettorali. Una torta di 425 milioni di euro. Un euro per ogni voto ricevuto, moltiplicato per cinque anni, anche se la legislatura finisse in modo anticipato.

Facciamo un po' di conti. Se il Partito comunista dei lavoratori di Marco Ferrando, quello dei «duri e puri», ottenesse 400 mila voti (presumibilmente l'1% dei voti validi) intascherebbe almeno 400 mila euro per 5 anni per la Camera e altrettanti per il Senato. In tutto 4 milioni di euro. Perché il meccanismo dei rimborsi voluto con una leggina (la 156 del 26 luglio 2002) firmata dai rappresentanti di tutti partiti (altro che «larghe intese»!) prevede cinque euro (uno per anno) per ciascun iscritto alle liste elettorali della Camera (poco importa se al Senato gli elettori sarebbero 4 milioni in meno) da dividersi tra quanti, appunto superano la soglia dell'1% dei voti. Nel 2006, tra Italia e estero gli iscritti alle liste elettorali erano 50 milioni. Dunque 50 milioni di rimborsi per ogni anno sia per la Camera che per il Senato da spartirsi proporzionalmente ai voti ottenuti. Ci sono partiti che hanno dichiarato spese elettorali per poche migliaia di euro e ne hanno intascati duecento volte di più. Come il partito dei pensionati messo su dal radiotelegrafista Carlo Fatuzzi alla «veneranda» età di 43 anni: investendo 16.435 euro sulle europee del 2004 ha intascato 3 milioni di euro. E siccome l'ingordigia dei partiti sembra non avere limiti, Una leggina ad hoc approvata con voto bipartisan a inizio 2006, poco prima di andare a votare, sancì il diritto dei partiti a continuare a incassare i rimborsi anche in caso di voto anticipato. Così, per fare un esempio, l'Udeur di Mastella, che non si ripresenta a queste politiche, intascherà ogni anno, da qui al 2001, 717.949,29 euro. La «Rosa nel pugno», cartello elettorale tra socialisti e radicali, durata lo spazio di una campagna elettorale, intascherà ogni anno 1.331.734,18 euro. Chi invece si ripresenta alle elezioni... li intascherà doppi. Per gli anni 2008-2011 avrà il rimborso per le elezioni del 2006 e quello per le politiche del 2008. Questo spiega perché i radicali hanno voluto garanzie sui rimborsi elettorali, confluendo nel Pd: 3 milioni e 150 mila euro in cinque anni. Ma se il Pd avesse concesso l'apparentamento della lista radicale e questa avesse ottenuto il 2% di voti si sarebbe portata a casa 10 milioni di euro.

Anonimo ha detto...

A quanto ne so io basta raggiungere lo 0,5% a livello nazionale.

Io comunque sulla scheda scrivo:
Voto per il Duce e, se proprio non si può, voto per la passera.

Ciao camerati

Anonimo ha detto...

AMO QUESTO ANONIMO QUI SOPRA