lunedì 17 settembre 2007

Prodi a Grillo: "Sono vispissimo"


ma si può avere una faccia da imbecille in questo modo?
da TgCom


"Ha fondato un nuovo partito"

"Non sono come il Valium, come dice Beppe Grillo, le cose vanno fatte con calma e serietà. Io sono vispissimo". Così Romano Prodi risponde al comico genovese. Poi, commentando l'annuncio circa la possibilità di presentare liste civiche, aggiunge: "Grillo ha fatto un partito". Infine il premier si rivolge agli italiani:"Non ho nessuna intenzione di strozzarli: ogni volta che ci sarà la possibilità di dare un sollievo fiscale lo faremo".

Il presidente del Consiglio spiega che "in queste ore è cambiato tutto, ha detto che farà delle liste, ma è inutile fare un appello a milioni di persone, quando dovrà tirar fuori dei nomi si solleveranno i problemi di sempre in questi casi, dai personalismi alla mediazione". Quanto ai dati che darebbero un eventuale partito di Grillo al 17%, Prodi dice che rifarebbe "il sondaggio tra una quindicina di giorni"

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A parte il fatto che prima o poi Beppe Grullo sarebbe chiamato a scegliere se schierarsi a Destra o a sinistra (e io so già chi sceglierebbe...), mi viene subito da fare una domanda: dov'è che posso vomitare?

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Chiedo permesso per l'intrusione.

Anche io vorrei fare un partito, come Grillo, perchè stando in un partito, o meglio fondando il medesimo, troverei posto in parlamento per tutto il resto della vita. Vi immaginate che scialata, che goduria.

Prendete come esempio Enrico Boselli; lui non ha mai dato niente, non ha mai fatto niente, non ha mai detto niente, non ha mai deciso niente, non ha mai contato niente, eppure si è fatto un partito, prendendo per i fondelli perfino Pannella, e si è assicurato uno stipendio, una pensione e un vitalizio.
E Di Pietro, e Mastella, e Pecoraro, e via via tutti gli altri. Tutti hanno seguito quelle orme.

Prodi non è mai riuscito a farselo il partito, a differenza di Berlusconi, ma è stato il più grande parassita di tutti i tempi; ha sfruttato le coalizioni dei partiti. Che furfante!!

Allora anch'io vorrei un partito. Ma so anche che non ho i mezzi per farlo.
Ci vorrebbero innanzitutto gli iscritti, tanti, tantissimi, poi i teatri che mi ospiterebbero, pagandomi, dove potrei sparlare e infangare il mio avversario.

Poi ci vorrebero le televisioni e i giornali benevoli nei miei confronti,
poi ci vorrebbero i soldi per farmi propaganda,
poi ci vorrebbero i giudici che non mi rompessero i coglioni,
poi ci vorrebbero i nervi saldi a sopportare tutte le ingiurie e angherie,
poi ci vorrebbe la cazzimma da omme 'nsisto.

MA TUTTO QUESTO E' PRATICAMENTE IMPOSSIBILE, PER ME.
NON E' NELLE MIE FORZE.
SONO UN POVERO UOMO LAVORATORE CHE NON FOTTE IL PROSSIMO.

Per cui, alla luce di tutto ciò, faccio come un anonimo suggeritore alla corte di un Re cinese, il quale, interpellato dal medesimo riguardo alla soluzione dei problemi gravanti sul suo popolo disse, senza mezzi termini: Maestà, futtetenne. Ed il Re se ne fottè.
Ed il popolo perì.

Ed io me ne fotto.
Non solo, e se possono fottere qualcun altro e non ultimo lo Stato che tanto non mi rappresenta, ne vado contento nei giorni che mi accingo a trascorrere.

Vi saluto tutti e vi rispetto.

Anonimo ha detto...

Buongiorno a tutti...!

STAVO GIUSTO USCENDO PER ANDARE A FORMARE IL MIO BEL PARTITINO. :D

Ma ho deciso che me ne fotto....

Anonimo ha detto...

Dimenticavo....

BEPPE GRILLO E' FASCISTA.

L'hanno detto "loro". (Pippo, Clarabella e Orazio)

O grosse o niente....:D

Anonimo ha detto...

Buongiorno,
Prodi più che al valium lo associer assocer insomma va paragonato alla carta igienica, i rossi cagano e smerdano e lui ripulisce tutto, è come la carta assorbente, è come il cuscinetto dello scrivano, è insomma il pannolone della sinistra. Può essere per incontinenze piccole o grandi, l'importante è evitare sversamenti, e chi meglio di lui ? Mi ricordo il prode negli anni ottanta ai tempi dell'IRI, voleva managerializzare le partecipazioni statali, che grande intuito. 50000 dipendenti in prepensionamento (poi l'INPS l'ha mandata in crisi il centrodestra) stabilimenti chiusi o regalati agli amici, agli amici degli amici, che adesso hanno quasi tutti ceduto a grandi multinazionali estere. E poi che dire del pallino cinese. I viaggi della speranza nel paese del fiume giallo, centinaia di parassiti a lesinare un pò di container per i nostri porti con la contropartita di vendere tutti i nostri negozi "liberalizzati" ai musi gialli come testa di ponte per proseguire l'invasione commerciale d'Itaglia e d'Europa. Commissioni di 400 grandi menti con famiglie al seguito ed il nulla in contropartita. Anche da Piombino è partito il pellegrinaggio per Shangai, 40 persone tra autorità e tecnici (si perchè le grandi menti si chiamano tecnici) per portare contratti e lavoro - PEZZI DI MERDA - E' LA SECONDA VOLTA CHE VANNO IN GITA ALLA GRANDE MURAGLIA E L'UNICI CONTRATTI SONO QUELLI DELLA MAFIA CINESE CHE VIENE QUI A COMPRARE I NEGOZI - non si è visto un container in 10 anni ! Un amico che lavora in Finlandia è andato a Kobe in Giappone a fare un contratto per lo scambio di prodotti forestali, era no i 3 sindaco della città, rappresentante del ministero dell'economia finlandese e lui come tecnico, ed hanno concluso un contratto da 10 milioni di euro l'anno, e i giapponesi hanno già inviato a loro spese 3,5 milioni di euro di attrezzature per il carico e la mivimentazione di legname e cellulosa. E POI QUESTA MERDA CI FA SEMPRE L'ESEMPIO DELLE "DEMOCRAZIE DEL NORD", MA LEVATI DI CULO .....
OGGI SONO INCAZZATO NE VEDRETE DELLE BELLE.

Anonimo ha detto...

Bè come faccia da mona vince il primo premio!!

Anonimo ha detto...

Se sino ad ora avevamo assistito a sparute dichiarazioni dei politici in risposta al ciclone Grillo, adesso possiamo discernere su una concreta posizione di quel mondo, posto che a parlare è stato nientemeno che il Capo dell’Esecutivo. Nessuna migliore voce poteva essere ascoltata. Peccato che quello che è andato in onda ieri sera è stato un cliché già visto e collaudato, col politico ospitato intento a difendersi dalle accuse di turno e il solito Vespa profuso in abbondanti salivazioni dell’istituzionale deretano. Messa al bando la critica televisiva e passando ai contenuti va detto che com’era logico che fosse Romano Prodi non poteva avallare le dichiarazioni dell’ ex comico barbuto, ha dato sfogo a tutta la sua riserva di democristiano sauar-fare e non ha negato la crisi strisciante del sistema. Ha cercato, piuttosto, di circoscriverla, ed è passato all’attacco, come da suo stile, persino con una punta di alterigia, dichiarando che la società non è poi così migliore del mondo politico. Con la sua uscita, alquanto infelice, a parere di chi scrive, ha forse voluto difendere oltremodo l’operato della sua maggioranza e della oppressione fiscale di cui si è resa protagonista. Un intento moralizzatore e quasi punitivo, infatti, sulla scorta di queste parole, misurate ad arte, arriva la dichiarazione che tutti si aspettavano. Se solo fino all’estate passata, e per tutta la durata del governo, si era avuta incertezza sul destino delle tasse e dei tassati, il moralizzatore dei facili costumi italici prende netta posizione e chiarisce che queste, le tasse, non verranno diminuite. Non solo, traspare, dalle sue parole, che vi saranno nuovi problemi di tenuta dell’Esecutivo. Con questa presa d’atto il Premier dà ragione a Padoa Schioppa, negando ogni intento redistributivo anelato dai partiti massimalisti. Sulla scorta dei temi denunciati da Grillo ci è pervenuta anche chiarezza sul fatto che lui stesso e i suoi ministri abbiano decurtato i loro emolumenti del trenta per cento. Chi è pronto a spellarsi le mani, applaudendo a questa dichiarazione, dovrebbe sapere che il tutto è frutto di un artifizio legislativo. Menzogna, dunque, che si aggiunge a menzogna quando si passa a parlare di TAV, che si farà «adattando il progetto alle necessità della gente ». Sul come non è dato sapere, anche alla luce del fatto che i termini per la presentazione dei progetti in variante erano già scaduti a metà Luglio. Brutta prova quella offerta dal Presidente, che non fa altro che accrescere il sentimento di rigurgito politico a cui stiamo assistendo. Egli non sa dire quanti voti potrà prendere il movimento di Grillo, farebbe bene, tuttavia, a preoccuparsi di quanti ne sta perdendo l’Unione, visto che il bacino elettorale più cospicuo dei sostenitori del comico genovese appartiene al centro sinistra. Centro sinistra e non solo, che, nel frattempo, cerca di correre ai ripari. Come? Ovviamente attraverso l’opera di lavorio ai fianchi dei suoi più alti adepti, politici, giornalisti e intellettuali. Spuntano parole grosse contro il novello re della piazza. Fascista, qualunquista, populista. Sono questi i termini. Accusare lor signori di memoria corta è di poco conto. Questi, infatti, erano gli stessi che cadevano in brodo di giuggiole quando Grillo attaccava Berlusconi e berluscones. Adesso che sono anche loro “della partita” sfoderano tutto il linguaggio degno della migliore nomenklatura. Dimostrando, invero, profonda ignoranza. Non è una difesa del Beppe, ormai sale e pepe, ma va detto che usare il termine fascista significa evocare un movimento che è nato e morto con una diatriba interna sulla sua collocazione politica ancora in atto. Studiosi e storici non esitano a collocarlo a sinistra e che per puro caso, nell’immediato dopo guerra, si è collocato definitivamente a destra nelle prime elezioni comunali di Roma, ma solo quale ubicazione geografica nella sala comunale. I centristi della maggioranza poi dimenticano, ad arte, che il qualunquismo nacque proprio da un democristiano, Alfonso Gianni, sempre nel dopoguerra, sulla scorta del suo giornale “l’uomo qualunque” che divenne anche un partito. Quanto al populismo che dire, vi rimando alla definizione del vocabolario della lingua italiana; vi troverete che si trattò di un sentimento ripreso alla lettera dal nascente movimento rivoluzionario comunista.

Anonimo ha detto...

Mi dispiace anonimo (se ti dessi un nick sarebbe più "simpatico" dialogare :D), ma devo contraddirti, sul democristiano e il qualunquismo.

Da Libero di oggi
di Renato Besana

....Guglielmo Giannini, il più vituperato, anche post mortem, tra i protagonisti del secondo dopoguerra, fu un brillante anticipatore: il Fronte dell'Uomo Qualunque si può considerare non soltanto il primo movimento d'opinione sorto nel nostro Paese, ma anche l'unico partito liberale di massa - di folla, avrebbe puntualizzato il suo fondatore, che l'Italia abbia mai conosciuto.
..............Per governare, diceva,"basta un buon ragioniere che entri in carica il primo gennaio e se ne vada il 31 dicembre".

Riassumo: fondò un settimanale nel 1944 (in periodo di carta razionata) ed ebbe un successo fulminante, dopo sei mesi la tiratura raggiunge 850mila copie.
Stile diretto, nessuna concessione ai linguaggi curiali.
Dal settimanale alla politica.
A metà del '46 i lettori, spontaneamente, (pare il giulivo..n.d.r. :D) si organizzano in gruppi, poi in nuclei, aprono sedi e raccolgono adesioni.
Il Fronte dell'Uomo Qualunque si costituisce così in un partito; alle elezioni per l'assemblea costituente, ottiene un clamoroso 5,3 %. Ma il politico si mostra assai meno capace del polemista.
Giannini (non Gianni) denuncia gli intrallazzi tra sindacati e Confindustria, con il risultato di perderne l'appoggio. Poi, indifferente com'è a ogni ideologia, NON rifiuta il dialogo con Togliatti, gettando nello sconcerto i suoi seguaci. Infine cade nella rete democristiana: nel '47 appoggia De Gasperi, che pure lo disprezza, consentendogli però di chiudere con i governi di solidarietà nazionale.
Per il Fronte dell'Uomo Q. è il declino, rapido com'era stata l'ascesa.
A mettersi in politica G. ci riprova, prima con la DC poi con i Monarchici di Lauro, ma invano. Liberale autentico, ma NON SPOCCHIOSO (ahah) aveva inventato uno stile pop che l'arena mediatica ha scoperto con mezzo secolo di ritardo (mi sono dimenticata di dire che era un autore di commedie gialle e regista, è lui a scrivere il primo film interpretato da Totò)
Che cosa cantavano in coro i 30.ooo che nel '46 assistevano a un suo comizio? Un inno? Una lagna tipo Inti Illimani? Naaaaaa
Cantavano "Dove sta Za-Za, bellezza mia"

IO NON DENIGREREI QUESTO GIANNINI..... :D

Anonimo ha detto...

P.S. Ma tu che giornali leggi, anonimo? :D

Anonimo ha detto...

SCUSA LOVEPORTOFINO IO NON HO PARLATO DI GIANNINI MA DI ALFONSO GIANNI TI COPIO L'ULTIMA PARTE:
ALFONSO GIANNI(NON GIANNINI), sempre nel dopoguerra, sulla scorta del suo giornale “l’uomo qualunque” che divenne anche un partito. Quanto al populismo che dire, vi rimando alla definizione del vocabolario della lingua italiana; vi troverete che si trattò di un sentimento ripreso alla lettera dal nascente movimento rivoluzionario comunista.
PROVA A CERCARLO CON GOOGLE

Anonimo ha detto...

p.s. Se vuole può darmi il nick che preferisce la prossima volta firmerò in quel modo.

Anonimo ha detto...

Mi dispiace, Alfonso Gianni è un politico del PCI tutt'ora vivente... per quel che riguarda il suo nick sceglierei L'UOMOCHEPRENDEPERILCULO, signore. :D

Per caso trattasi di PROPAGANDA COMUNISTA? Mi sorge il dubbio...

COPIO/INCOLLO DA GOOGLE

Esce il primo numero del settimanale "L'Uomo Qualunque", con una tiratura complessiva di circa ottantamila copie. Ne è fondatore il commediografo napoletano Guglielmo Giannini, che si fa interprete del diffuso sentimento di insofferenza e insoddisfazione, soprattutto nell'Italia meridionale, verso la classe politica dirigente, da parte dell'Uomo Qualunque, l'uomo della vita quotidiana, l'uomo che incarna i valori della folla, l'uomo oppresso e torchiato dai capi e dai falsi ideali, come quello della patria, dell'eroismo e dell'amore, su cui gli stessi capi fondano il proprio potere.
Intorno al nuovo giornale si avvicineranno la piccola e media borghesia, strati del sottoproletariato, uniti dall'anticomunismo, dal timore di sovversioni, dall'esigenza di ordine e di governi efficienti – temi trattati e difesi dall'Uomo Qualunque – ma anche la Confindustria, che lo finanzierà fino al 1947.

Anonimo ha detto...

QUESTO INVECE DA WIKIPEDIA (non la considero mai una fonte attendibile, ma è interessante comunque..)

Il periodico [modifica]
Il 27 dicembre 1944 viene fondato e diretto da Guglielmo Giannini un nuovo settimanale, battezzato L'Uomo qualunque. Il successo di questa pubblicazione si riscontra nelle tirature: dalle 25.000 del primo numero, si arriverà alle 850.000 del maggio del 1945. Lo scopo dell'ideatore era quello di dare voce alle opinioni dell'uomo della strada, contrario al regime dei partiti e ad ogni forma di statalizzazione. Fin dal primo numero la posizione del settimanale è chiara; contraria al fascismo, di cui condanna il centralismo decisionale, ma anche al comunismo e agli antifascisti di professione, accostati al primo fascismo per l'accento epurazionista dei primi anni del dopoguerra. Per queste posizioni ben definite il giornale viene considerato filo-fascista. Per questo motivo verrà chiesta a più voci la soppressione della testata. Il 5 febbraio 1945 Giannini viene denunciato dall'alto commissario dell'epurazione, Grieco, senza esito alcuno.


Gli sviluppi [modifica]
Giannini, di matrice liberale e liberista, affermava: "Non esiste e non può esistere una politica di massa", come ebbe a scrivere nel 1945. L'accelerazione alla nascita di un partito di massa viene però a crearsi con il governo di Ferruccio Parri, insediatosi il 21 giugno del 1945. Il neo Presidente del Consiglio viene accusato dal settimanale di Giannini di essere inadeguato per la carica ricoperta. Il successo di questa iniziativa è tale che, spontaneamente, numerosi simpatizzanti si uniscono in gruppi definiti amici dell'Uomo qualunque, che assumono il nome di nuclei qualunquisti.


Nascita del partito [modifica]
Alla formazione dei nuclei qualunquisti, seguono la nascita di sedi sparse nella penisola italiana, tesseramenti e fondazioni di segreterie. In un primo momento Giannini cerca di confluire questa adesione popolare nel Partito Liberale Italiano, ma l'opposizione di Benedetto Croce fa naufragare questo progetto. A seguito di questo rifiuto, Giannini decide di fondare il suo partito. Il primo congresso del neonato Fronte dell'Uomo qualunque si tiene a Roma tra il 16 ed il 19 febbraio del 1946.


Il programma [modifica]
Il Fronte dell'Uomo qualunque concepisce uno Stato non di natura politica, ma semplicemente amministrativa, senza alcuna base ideologica. Uno stato tecnico che funga da organizzatore di una folla e non di una nazione. Secondo Giannini per governare : "basta un buon ragioniere che entri in carica il primo gennaio e se ne vada il 31 dicembre. E non sia rieleggibile per nessuna ragione".

Da questa visione ne deriva che lo Stato deve essere il meno presente nella società. L'economia deve essere lasciata totalmente ai privati in un sistema totalmente liberista. Se ciò non fosse lo Stato diverrebbe etico, e secondo Giannini da questa eticità ne deriverebbe l'oppressione del libero pensiero del singolo, fino ad arrivare ad una visione imperialista dell'organizzazione centrale.

I punti cardini sono quindi:

Lotta al comunismo
Lotta al capitalismo della grande industria
Propugnazione del liberismo economico individuale
Limitazione del prelievo fiscale
Negazione della presenza dello Stato nella vita sociale del paese

Così adesso sappiamo "quasi" tutto del Fronte dell'Uomo Qualunque, se volete vado avanti col PROGRAMMA...ihihihihi

Anonimo ha detto...

Vomito Vomito Vomito

°LoSvarione°

Anonimo ha detto...

Anonimo, Salve!!!

Anonimo ha detto...

Inimitabile... Uno passa di qui, nomina un comunista qualsiasi e via... Mah!
Stranezze. O fagiolate? :D

Tutti a vedere ballerò eh?

AVE!