Caso RAI. Napolitano: "Non c'entro, sono comunista"

da TgCom

"Ritengo di dover rappresentare l'unità nazionale e affermare i valori costituzionali". Lo afferma Giorgio Napolitano intervendo sulla lite tra governo e opposizione sulla Rai. "Per quanto si tenti di tirarmi in dispute politiche, intendo tenermene fuori. E qualche volta, per farlo, bisogna fingere di non sentire", dice il presidente. Gli fa eco Palazzo Chigi chiarendo che la vicenda non può "rappresentare un pretesto per coinvolgere il Quirinale".
Il caso Fabiani-Petroni divampa e rende il clima politico molto caldo. Il centrodestra continua a incalzare il Capo dello Stato Giorgio Napolitano che replica fermamente. Sulla nomina di Fabiano Fabiani al posto di Angelo Maria Petroni nel consiglio di Amministrazione della Rai fonti di Palazzo Chigi ribadiscono che la sostituzione del consigliere di amministrazione della Rai, Angelo Maria Petroni e la nomina di Fabiano Fabiani è una prerogativa del Tesoro e quindi del Governo.

Questa vicenda, spiegano da Palazzo Chigi, non puo' quindi rappresentare un pretesto per coinvolgere il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ma l'opposizione non accenna a passi indietro la CdL si è riunita a Montecitorio: alla riunione prendono parte Paolo Bonaiuti, vicepresidente della Commissione di Vigilanza sulla Rai e portavoce di Silvio Berlusconi, Andrea Ronchi portavoce di Gianfranco Fini, Roberto Maroni, capogruppo della Lega Nord alla Camera, e Francesco Pionati responsabile informazione dell'Udc.

Il Capo dello Stato "che è il supremo garante della Costituzione ha a mio avviso i margini per intervenire". Afferma il presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza Rai Mario Landolfi che dice di voler portare in ufficio di presidenza, l'ipotesi di chiedere al capo dello Stato che sia ricevuta la commissione di Vigilanza. E gli fa eco Maurizio Gasparri, "E' disarmante l'atteggiamento del Presidente della Repubblica che fa tanti richiami al buonsenso ed alla collaborazione tra le parti e poi tace di fronte alle illegalità compiute dal governo".
Secondo Landolfi si tratta "di un precedente pericolosissimo che cancella trent'anni di legislazione nazionale e di giurisprudenza costituzionale. Se fosse stato il governo di centrodestra a sostituire in questo modo un consigliere di amministrazione Rai, non so se il comportamento sarebbe stato lo stesso".

"Continueremo a rivolgerci al presidente della Repubblica, finché vi saranno le condizioni, come garante delle regole democratiche e del rispetto dell'opposizione e del Parlamento", si legge in una nota del coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi, e il vice coordinatore , Fabrizio Cicchitto.

Poverino lui... smettetela di importunarlo con queste questioncine, che ha tanto da fare. E allora lasciamo che occupino tutte le poltrone, 'sti comunistacci no-global. Ma il semipresidente può dire quello che vuole: per noi CHI TACE ACCONSENTE!